Con la proposta di Federconsumatori si risparmierebbero 531,57 Euro annui a famiglia.
Il Ministero dell’economia e finanze sta studiando un taglio dell’IVA su alcuni prodotti fondamentali, quali pane e pasta: si tratta di una misura che riteniamo necessaria e vitale per il nostro Paese, soprattutto oggi, per far fronte all’emergenza di un’inflazione che colpisce duramente le famiglie e i soggetti più fragili.
Secondo le prime ipotesi, al vaglio del Mef è un paniere di prodotti essenziali su cui intervenire, che dovrà contenere carne e pesce, prodotti a cui le famiglie stanno rinunciando sempre di più a causa dei costi proibitivi, ma anche i prodotti energetici e i carburanti, sui quali servono interventi più incisivi e strutturali.
A tal proposito l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha elaborato una proposta di revisione delle aliquote su una serie di prodotti essenziali, che genererebbe un risparmio annuo di 531,57 Euro a famiglia (quella media di 2,5 componenti).
Tale riforma contribuirebbe a contenere in maniera significativa l’elevato tasso di inflazione, che sta comprimendo i consumi e costringendo le famiglie a rinunce e ridimensionamenti.
Ma a fianco a misure di carattere temporaneo, come l’azzeramento dell’IVA su beni di prima necessità, la nostra proposta guarda a una riforma strutturale delle aliquote che perduri oltre l’emergenza, a iniziare dalla riduzione dell’IVA sui prodotti energetici e sui carburanti e sui generi alimentari essenziali e altri beni e servizi di prima necessità.
Nel dettaglio, secondo la nostra proposta, pane, pasta e cereali, così come latte, formaggi, uova, frutta e verdura, vedrebbero l’IVA azzerata. Quella su carne e pesce passerebbe al 4%, generando da sola un risparmio di 87,64 Euro annui a famiglia, che sarebbe di 216,89 Euro annui per tutta la spesa in alimentari.
Andrebbe ridotta anche l’IVA sulla fornitura di acqua e sull’energia elettrica (oltre a mantenerne la riduzione sul gas), nonché sui medicinali e sui prodotti veterinari.
Sui carburanti, poi, non solo sarebbe necessaria un’aliquota minore (impostandola al 4%), ma andrebbero anche scorporate le accise dalla base di calcolo dell’IVA, così come da questa andrebbero scorporati gli importi dei cosiddetti oneri generali di sistema sulla bolletta dell’energia, spostandone semmai più correttamente il carico sulla fiscalità generale: in entrambi i casi, infatti, si tratta di liberarsi dell’assurdo e iniquo gravame di una tassa sulle altre tasse, che colpisce indiscriminatamente tutti i consumatori allo stesso modo, ricchi e poveri che siano, e soltanto loro in quanto tali, per finanziare però per finalità generiche, ancorché meritevoli, l’erario statale e il bilancio europeo.
“La riduzione delle aliquote IVA su alcuni prodotti primari, ancora gravati da tassi eccessivi, è un’operazione indispensabile per sostenere le famiglie e limitare l’impatto della crisi che stiamo vivendo, che risulta in molti casi devastante, ma anche per scongiurare il rischio di una spirale negativa fatta di contrazione dei consumi e riduzione delle produzioni e delle attività, con effetti occupazionali negativi” afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori. “Tale misura, tra l’altro, risulterebbe meno onerosa per lo Stato rispetto a misure limitate e una tantum che, se non ben congegnate, potrebbero escludere anche soggetti bisognosi di aiuti. Il minore onere deriverebbe, infatti, dal fatto che, oltre a utilizzare in parte il maggior gettito derivante dalla crescita generalizzata dei prezzi di questi mesi, e soprattutto dall’aumento enorme di quelli energetici, si autofinanzierebbe anche attraverso il maggior gettito derivante dal sostegno dato alla domanda interna”.
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