“Perdita a due cifre per il piccolo commercio: nei primi 10 mesi dell’anno le botteghe e i negozi fuori dalla grande distribuzione hanno visto crollare del 10,3% il valore della propria attività” – questi i dati allarmanti diffusi oggi dall’Istat sul commercio al dettaglio.
La flessione maggiore riguarda il settore non alimentare (-14,6%).
Un andamento sicuramente influenzato dalla chiusura di Marzo e Aprile e dalle successive restrizioni, ma che comunque lancia un vero e proprio grido di allarme sulle condizioni delle famiglie e sulla sopravvivenza degli esercizi di vicinato che, come sosteniamo da sempre, sono vitali per il tessuto economico e sociale del territorio.
Aumenta invece il commercio elettronico (+32%), che anche dopo il lockdown è rimasto tra le preferenze delle famiglie, soprattutto in occasione degli acquisti di Natale.
Persino la grande distribuzione perde il 2%.
Tali dati, osservati nel complesso, non fanno altro confermare la condizione di malessere e incertezza delle famiglie, largamente determinata dall’instabilità di tutti i principali indicatori economici.
I cittadini sono preoccupati non solo per la pandemia, ma per le ripercussioni che l’attuale situazione avrà sulle proprie condizioni di vita.
Per questo è sempre più urgente che il Governo, oltre a legiferare in merito al contenimento della pandemia, pianifichi un piano di intervento in grado di rilanciare lo sviluppo e la crescita del Paese nei prossimi anni.
In tale contesto è impensabile prescindere dall’utilizzo del MES, soprattutto alla luce delle criticità del sistema sanitario rilevate dai dati odierni del Censis, nonché da quelle che sono sotto gli occhi di tutti nel corso dell’attuale pandemia.